giovedì 1 marzo 2018

NAD 3020 - La democratizzazione dell'hi-fi

Questo anonimo integrato, con i suoi 28 musicalissimi watt per canale è uno di quegli oggetti che ha lasciato traccia di sé nella Storia dell'Hi-Fi, diventando alla fine degli anni settanta, in breve tempo, un riferimento per tutti coloro che desideravano assemblare un impianto low budget ma dal buon suono, fino ad allora appannaggio di audiofili con maggiori possibilità di spesa.
Dal punto di vista estetico lo definirei essenziale e scarno, anonimo o addirittura bruttino, in controtendenza rispetto all'estetica patinata di molti giapponesi dell'epoca, sembrerebbe quasi che sia stato presentato volutamente così per affermare la sua qualità sonora rispetto ad aspetti secondari.
Ad ogni modo, il piccolo trenta-venti in breve tempo ha saputo conquistare il cuore di recensori e audiofili di tutto il mondo diventando nel tempo l'integrato più venduto e longevo nella storia dell'HiFi grazie al progetto illuminato di chi evidentemente sapeva il fatto suo, un progetto intelligente ed un suono semplicemnete strepitoso a quei tempi e ancora oggi dannatamente affascinante.
Questo ampli low-budget sin dal momento del suo ingresso nel mercato della fascia entry-level ha sorpreso con le sue capacità di pilotaggio anche quando collegato a diffusori piuttosto ostici. Su uno dei primissimi numeri di Audioreview all'epoca furono riportate le misure al banco a confronto di due ampli concorrenti giapponesi ben più costosi e potenti, sbaragliandoli: alternando il piccolo 3020 al Luxman L-116A da 70 W e al finale Marantz SM500 da 60W ai terminali di una coppia di KLH, piuttosto difficili da pilotare, il NAD a fronte dei suoi 25 W di targa erogava ben 34 W contro i 6 W (!) dei suoi concorrenti, messi alle strette dalle caratteristiche elettriche dei diffusori. 
Con la sua potenza sufficiente a pilotare buona parte dei diffusori e crescente fino all'impedenza di 3 Ohm, una buona adattabilità dell'ingresso phono sebbene un po' rumoroso, controlli di tono, loudness, separazione pre-finale, ciricuito anti-clipping (escludibile) e 5 led per l'indicazione della potenza d'uscita si presentava al mercato per far parlare di sé.

Oggi in considerazione dell'alto valore sonoro e del basso costo a cui si può reperire sul mercato dell'usato, il 3020 rappresenta il classico esempio degli apparecchi senza tempo di cui tratta questo blog, entrandoci a pieno titolo. All'epoca questo ampli veniva proposto a circa 250/300.000 lire ed oggi sul mercato dell'usato vintage si trova, in una delle sue varie versioni, alla cifra irrisoria di circa 100 euro. La sua rilevanza storica e il suo musicalissimo profilo lo rendono un ottimo acquisto, a tutt'oggi capace di regalare ore di godibilissima musica, in barba a molti concorrenti di fascia media, sia di ieri che di oggi.




IMPRESSIONI D'ASCOLTO:

Premesso che del 3020 ci sono diverse versioni, aggiornamenti e rivisitazioni, va detto che il suo profilo sonico rimane sostanzialmente fedele a se stesso, con un equilibrio timbrico riconoscibile, tendenzialmente molto caldo con una gamma media dettagliata e leggermente "ambrata" ed un leggero roll-off sulle alte frequenze. E' un suono piacevole, intelligibile ma tutt'altro che incline all'iper-dettaglio, che ha il pregio di una pressoché totale assenza di fatica all'ascolto, anche portando la manopola del volume verso i suoi limiti. L'ascolto è stato condotto utilizzando una coppia di Spendor SA-1, meno ostiche delle Minima Amator che uso di solito, e un po' più coerenti con un eventuale budget di spesa, sebbene ancora alto rispetto alla categoria entry level del 3020. La Spendor SA-1 è un diffusore piuttosto aperto, rivelatore, ben esteso in alto e piuttosto luminoso, credo che possa ben interfacciarsi con il piccolo 3020.


Per coerenza di budget, ho utilizzato come sorgente un cd Marantz 63, macchina anche questa che per rapporto qualità/prezzo meriterebbe una menzione in questo blog. Come cavi ho scelto degli XLO, presi in prestito dal mio amico Marco, sebbene di fascia economica un po' troppo alta per il livello dell'impianto. Gli XLO sono piuttosto brillanti sull'estremo superiore e credo che possano compensare il leggero roll off dell'ampli sulle alte frequenze. Il 3020 è molto musicale, caratterizzato da una gamma media ben calibrata, non invadente ma ben chiara e descrittiva del messaggio musicale, le voci sono credibili, hanno una inaspettata naturalezza su un ampli di questo livello. 
L'estensione e definizione della gamma alta non è il punto di forza del piccolo NAD, seppur apprezzabile per una buona correttezza timbrica e assenza di asprezze, rimane un po' approssimativa ed arrotondata. All'ascolto questo si traduce in una riproduzione piacevole e poco affaticante ma anche poco brillante, perdendo un pizzico di vivacità in certi passaggi.
Il basso è inaspettatamente potente, piuttosto profondo e robusto, sconosciuto a molti dei suoi concorrenti. Ovviamente non è il basso granitico di un Krell, il compromesso è un basso un po' gonfio, a tratti poco controllato ma tutto sommato contribuisce non poco alla sensazione di suono caldo e morbido. 
A completare il profilo sonico del 3020 c'è anche una notevole dinamica che i suoi 25 watt riescono sfoderare e che rendono l'ascolto di percussioni e masse orchestrali godibile e con un buon impatto. Questo aspetto ha certamente contribuito non poco al suo successo commerciale. Volendo trovare un punto dove questo ampli non eccelle si potrebbe dire che manca un po' di microdinamica e di dettaglio, lì dove non è richiesto spunto energetico ma una buona velocità nel gestire il segnale musicale. Il dettaglio e la definizione inoltre non sono i punti di forza del 3020 e questo implica anche una immagine acustica non particolarmente precisa, leggermente sfuocata seppur ben proporzionata ed estesa. Ma evidentemente non sono questi gli obbiettivi di questo ampli che vuole proporre, accettando i compromessi della sua fascia entry-level, un suono descrittivo e godibile piuttosto che iperdettagliato, ampio come quello di ampli di ben altra potenza e classe, e l'obbiettivo è stato perfettamente centrato dalle encomiabili capacità del suo progettista. Credo che il segreto del successo di questo ampli sia nel senso delle proporzioni, nella capacità di rappresentare l'evento sonoro con sufficiente dettaglio, come un quadro piuttosto che una foto, ma molto gradevole e godibile, con quella sua caratteristica timbrica calda senza addentrarsi in dettagli e ricostruzioni nitide della scena sonora che appartengono ad elettroniche di ben altro livello.


NOTE:

Se avete l'occasione di trovare sul mercato dell'usato il mitico NAD 3020 verificate innanzitutto lo stato elettrico dell'ampli poiché, come tutti i vintage, è probabile che avrà bisogno di verificare e eventualmente ripristinare contatti, connettori, condensatori, potenziometri ecc, ma se c'è da sostituire troppe cose, dato il suo modesto valore economico, potrebbe non valerne la pena. Nel caso invece sia tutto in ordine e con una ripulita generale si riesca a riportare all'antico splendore questo piccolo pezzo di storia dell'hi-fi, potrebbe essere l'occasione da non perdere.

Come molti ampli di razza anche il piccolo NAD predilige una buona mezz'ora di riscaldamento prima di fornire le prestazioni ottimali nei termini in cui ho descritto nelle impressioni di ascolto. Appena acceso suona leggermente impastato e gonfio, dopo un po' è percettibile una maggiore apertura e un miglioramento generale delle prestazioni.
Concordo inoltre con altri estimatori di questo NAD che suggeriscono di evitare il circuito soft clipping, escludibile dal pannello posteriore, il loudness che tende a gonfiare eccessivamente il suono, ed i controlli di tono. Il 3020 ha il suo equilibrio sonico e va rispettato, non è un caso che esiste anche la versione audiophile 3120 che non prevede queste funzioni.


CONCLUSIONI:

Il 3020 è un'amplificatore che per valore storico e valore sonoro entra a pieno titolo tra gli apparecchi senza tempo, se poi si considera il fatto che il suo valore sul mercato dell'usato è attorno ai 100 euro, è evidente che diventa una occasione da non lasciarsi sfuggire se lo si trova in buone condizioni. Rispetto ad amplificatori analoghi, suoi coetanei, il 3020 si lascia spesso preferire, sebbene non concordo con chi dice che surclassa la concorrenza, vedi ad esempio Sansui AU117 o Technics SU V2X, dipende sempre e tanto dagli abbinamenti e dal tipo di suono che si vuole ottenere. In ogni caso, non c'è da meravigliarsi che il piccolo NAD abbia riscosso tanto successo e sia diventato un grande classico. Oggi gli ampli moderni di quella fascia entry level sono più dettagliati, precisi e veloci ma il 3020, pur con i suoi limiti, sfoggia ancora quel suo sound personale, anche nei confronti dei suoi successori di casa NAD che seguono le tendenze di mercato e rappresentano il "best buy" nella loro categoria, e potrebbe farsi preferire da chi cerca il coinvolgimento emotivo nella musica piuttosto che una sua radiografia.